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Scuola Day

15 Settembre 2008
Un'intera giornata dedicata alla scuola, ai suoi problemi e ai suoi protagonisti: queste le fondamenta dello Scuola-day. Una no-stop dalle 8 alle 18, attraverso il quale studenti, insegnanti, famiglie, potranno interagire con gli esperti e i giornalisti.
 
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Alla scuola il 30% dei risparmi

di Angela Manganaro

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9 Settembre 2008

Inizia l'anno scolastico all'istituto Schweitzer di Segrate, a un passo da Milano, guardando sfilare i bambini della prima elementare con la divisa e quelli più grandi con il grembiule, una delle sue "raccomandazioni". Poi, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini spiega come immagina il futuro degli insegnanti con il contratto a tempo determinato: «Non escludo di pensare a nuove figure professionali nella scuola e non solo: ne sto parlando con Bondi, Brunetta, Sacconi e Brambilla».
Traslochi in altre amministrazioni, nei beni culturali, nel turismo? Chissà. Gelmini parte da una premessa: «La scuola non è in grado di assorbire tutti i precari. È un problema pesante: non possiamo aumentare il precariato illudendo le persone. La scuola non può assorbire un numero di posti superiore a quelli necessari che poi riesce a pagare. Quest'anno abbiamo assunto 25mila precari in ruolo, non si poteva fare di più». Precisa però che l'insegnamento è «una missione», un mestiere che «non possono fare tutti». In tv Gelmini dice che la scuola è uno «stipendificio» ma gli insegnanti sono «sottopagati senza nemmeno la possibilità di avanzare nella carriera, se non per anzianità»; annuncia che il 30% degli oltre 7 miliardi risparmiati in tre anni con la Finanziaria saranno investiti in premi ai docenti più bravi, accorpamento delle classi, ammodernamento delle strutture. Difende la scelta del maestro unico e assicura che il tempo pieno sarà potenziato del 50 per cento.
A Fiuggi, intanto, la Uil diffonde un'indagine da cui risulta che lo stipendio degli insegnanti dal 1995 ha perso il 21% del potere di acquisto (più un 4% da inizio anno perché il contratto è scaduto a dicembre 2007). E la busta paga si farebbe più leggera man mano che gli insegnanti accumulano anzianità. Si perde sia nel confronto con i colleghi europei (i tedeschi guadagnerebbero il doppio, gli spagnoli una volta e mezzo di più) sia rispetto ad altri lavoratori del settore pubblico (si veda la tabella a lato). Gelmini corregge: «È scorretto dire che gli insegnanti in Italia siano sottopagati rispetto all'Europa». La «razionalizzazione» invocata dal ministro, secondo il segretario generale Uil scuola Massimo Di Menna, «è in corso da 10 anni» perché «il numero delle strutture è rimasto sostanzialmente invariato, gli studenti aumentano (in particolare gli stranieri), mentre i docenti diminuiscono in modo costante». L'indagine conferma però alcune dichiarazioni di Gelmini: i precari sono troppi, soprattutto al Nord, dove ci sono le classi più numerose.
Uno scontro di numeri a cui oggi si aggiungono quelli del Rapporto annuale sull'istruzione dell'Ocse. Un'anticipazione l'ha data a Londra il responsabile delle Ricerche, Andreas Schleicher: «Nell'istruzione secondaria l'Italia spende molto denaro. Paga però molti professori dando loro uno stipendio molto basso». La spesa, secondo Schleicher, «non è il difetto principale dell'Italia» che invece nella scuola primaria investe più risorse della media Ocse (6.835 dollari per alunno contro 6.252), e per la secondaria è in linea con la spesa Ocse (7.648 dollari contro 7.804). Il problema è invece «come vengono spesi» i fondi dello Stato. «Esattamente il contrario - ha aggiunto Schleicher - di quanto fa, ad esempio, un Paese come la Corea del Sud», dove il numero dei professori è minore e lo stipendio è più alto.

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